
La struttura
Innanzitutto, va detto che in queste note parleremo del labaro di uso comune e non del Medagliere storico.
Il lato anteriore è realizzato in moella di seta tessuta a mano in colore paonazzo delle dimensioni di cm 58,50 per il lato orizzontale e cm 47,50 per il verticale bordata con un gallone color oro di circa cm 1.

Sulla seta è ricamato a macchina il fregio dei Bersaglieri in color oro con il cordone in verde; sopra il fregio, sempre a macchina, è ricamata ad arco la scritta in color oro: ASSOC.ne NAZ.le BERSAGLIERI, mentre sotto il fregio vi è la scritta: SEZIONE “LUCIANO MANARA” MILANO.
Nella parte inferiore del labaro vi è una frangia in canottiglia simil oro alta 7 cm.
Il labaro è fissato a una traversa metallica con due pomoli alle estremità tramite quattro passanti alti cm 7 e larghi cm 7,50 realizzati nella stessa stoffa del labaro; il tutto è unito a un’asta verticale tramite aggancio metallico e un cordone color oro decorato di due pendagli in canottiglia simil oro; l’asta verticale è sormontata dall’aquila romana.
Il lato posteriore riporta il tricolore a bande verticali in moella di seta senza nessuna scritta, bordato con un gallone come quello del lato anteriore.
Durante l’estate 2024 il labaro è stato oggetto di un intervento di riordino con la sostituzione dei passanti che lo uniscono alla traversa metallica e la sostituzione del bordo del lato superiore in modo da ricollocare al meglio la fila di medaglie che risultavano parzialmente scucite.
Con l’occasione si è anche provveduto a una leggera pulizia della stoffa su entrambi i lati, alla modifica dei nodi del cordone al fine di semplificare lo smontaggio del labaro dalla traversa, se necessario, e alla pulizia degli elementi metallici in particolare dell’aquila romana che sovrasta l’asta e delle medaglie.
Le ricompense al Valore (medaglie)
Per meglio comprendere questo argomento va detto, innanzitutto, che scopo di una ricompensa al valore è:

“Segnalare come degni di pubblico onore gli autori di atti di eroismo militare, anche compiuti in tempo di pace, purché l’impresa sia strettamente connessa alle finalità per le quali le Forze militari dello Stato sono costituite, qualunque sia la condizione e la qualità dell’autore” (cit. sito del Quirinale) per meglio approfondire l’argomento si veda il link https://www.quirinale.it/page/medagliacrocevm
Sul fronte del labaro della Manara si trovano diverse ricompense al valore ricevute dai soci della Sezione in varie epoche e situazioni disposte come descritto di seguito.
In un’unica fila lungo il bordo superiore da sinistra a destra:
7 Ordini Militari d’Italia
1 Croce di Guerra di bronzo al Valor Militare


7 Medaglie d’Oro al Valor Militare
Leggermente più in basso lungo i bordi laterali si trovano:
a sinistra una Medaglia d’Argento al Valor Militare riportante sul nastro il numero complessivo delle medaglie d’argento dei soci della Manara: 168
a destra una Medaglia di Bronzo al Valor Militare riportante sul nastro il numero complessivo delle medaglie di bronzo dei soci della Manara: 277
Per puro esercizio statistico possiamo annotare che gli Ordini Militari rappresentano il 50% di quelli presenti sul Medagliere Regionale della Lombardia, le Medaglie d’Oro il 26%, le Medaglie d’Argento il 35% e le Medaglie di Bronzo il 39%.
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I soci insigniti di Medaglia d’Oro al Valor Militare
Sul verso di ognuna delle Medaglie d’Oro è riportato il nominativo del militare che ha ricevuto la ricompensa al Valore; i nominativi dei sette soci della Manara insigniti di Medaglia d’Oro al Valor Militare sono: Ferruccio Petracchi, Aminto Caretto, Alberto Riva di Villasanta, Ippolito Nicolini, Cesare Reverdito, Lamberto de Bernardi e Guglielmo Taralli. L’ordine con cui sono elencati non rappresenta la data di attribuzione della ricompensa, ma l’ordine di collocazione sul Labaro partendo da sinistra.
A tre di queste eroiche figure il Comune di Milano ha intitolato una via: Aminto Caretto (zona stazione centrale – traversa di Via Vittor Pisani), Alberto Riva di Villasanta (zona Sempione – traversa di Corso Sempione) e Lamberto de Bernardi (zona Porta Venezia – traversa di Viale Luigi Majno).
Per ricordare al meglio i nostri eroici fanti piumati vengono di seguito riportate le motivazioni dell’attribuzione delle singole Medaglie d’Oro al Valor Militare ricavate dal sito del Quirinale.
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Ferruccio Petracchi: Sottotenente cpl., 6° rgt. Bersaglieri

motivazione: Ufficiale di alte virtù militari comandante di plotone fucilieri a difesa di un tratto di fronte di un caposaldo avanzato, attaccato per oltre dieci ore, da preponderanti forze avversarie, manteneva tenacemente la posizione affidatagli malgrado le forti perdite subite dal reparto stesso. Benché ferito, accortosi che un fucile mitragliatore era rimasto senza serventi usava personalmente l’arma continuando ad animare i dipendenti. In seguito, in un momento vitale per le sorti del combattimento, mentre il nemico incalzava con forze soverchianti ed il proprio comandante di compagnia veniva ferito, assumeva il comando della compagnia stessa e ben due volte la trascinava al contrattacco. Cadeva colpito da una raffica di mitragliatrice mentre il nemico ripiegava. Sublime esempio di devozione alla Patria. — fagodnij (Fronte russo), 26 agosto 1942.
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Aminto Caretto: Colonnello s.p.e., 3° reggimento bersaglieri.

motivazione: soldato di tempra purissima e di indomito valore, veterano di tre campagne da lui vissute a capo di unità scelte e d’assalto, comandante abile ed audace che a carattere integerrimo univa le risorse più esaltatrici del sentimento, in ogni prova, in ogni rischio, in ogni evenienza di guerra, dava testimonianza delle sue doti inestimabili di comando e di azione. Alla testa di un reggimento bersaglieri, che all’impronta del suo personale ardimento ragguagliava ovunque i vertici di nobili tradizioni e di storia superba, si distingueva per sagace perizia ed elette qualità guerriere nelle operazioni sul fronte iugoslavo e su quello russo, dove la sua unità meritava una seconda medaglia d’oro. Dopo aver guidato per oltre un anno vittoriosamente sul fronte orientale i suoi battaglioni, avventandone con impeto leggendario le logore file contro nemico soverchiante che in impari lotta era ricacciato oltre il Don, soccombeva per ferita, consacrando col supremo sacrificio il suo destino di eroe. — Balcania, 13 aprile -30 giugno 1941; Fronte russo, 26 luglio 1941 -5 agosto 1942.
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Alberto Riva di Villasanta: Sottotenente (Bersaglieri, Comandante del reparto arditi reggimentale)

motivazione: adolescente ancora, trasse volontario alla guerra assumendone i rischi maggiori. Comandante gli arditi di un reggimento bersaglieri, fu valoroso fra i valorosi. Delle più rischiose imprese, primo a chiedere l’onore, spesso prevenne l’ordine con l’esecuzione, ed al suo reparto, provato ad ogni cimento, fu ognora esempio di sublime eroismo. Con fede ardente nella vittoria, nei giorni che precedettero l’offensiva della riscossa riuscì a trasfondere nei suoi uomini quella forza ed energia combattiva che fu consacrata sul campo da una magnifica gara di eroici ardimenti. Nel passaggio del Piave e della Livenza, respinti, con infrenabile ardore, violenti contrattacchi, sempre primo fra i primi, bello di sublime furore, seppe con audace fermezza trascinare le sue truppe in vari travolgenti assalti, sbaragliando ovunque il nemico. Pochi istanti prima della cessazione delle ostilità, infrante in un supremo attacco le disperate difese avversarie, cadde gloriosamente sul campo, esempio magnanimo di sacrificio per la grandezza della Patria. Piave – Livenza – Tagliamento, 27 ottobre -4 novembre 1918.
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Cesare Reverdito : Sottotenente cpl., 3° rgt. bersaglieri, Divisione celere «Emanuele Filiberto».

motivazione: Comandante di plotone mitraglieri di coraggio ed ardire più volte provati, che due anni di guerra aspra e sanguinosa non erano riusciti mai a rendere meno entusiastici ed ardenti, già decorato al valor militare sul “campo”, guidava con perizia e sangue freddo i suoi bersaglieri all’attacco di munita posizione nemica partecipando a sanguinoso scontro corpo a corpo. Venuto il nemico al contrattacco nella notte per tre volte successive esso cozzava inutilmente contro la resistenza eroica del suo reparto. Egli in piedi fra i suoi uomini continuava ad incitarli ed a trascinarli fino al momento in cui, lanciatosi primo fra tutti nel combattimento a corpo a corpo, riusciva in una lotta protrattasi a lungo a ricacciare il nemico. Rimasto unico ufficiale della compagnia, provvedeva alla sistemazione difensiva di una nuova posizione e quindi, durante un violentissimo attacco nemico, accorreva come sempre laddove più aspra era la lotta per animare gli uomini, per recare munizioni, per infondere forza e coraggio. Accortosi di una pericolosa infiltrazione nemica sul fianco del battaglione, raccoglieva pochi animosi e, malgrado fosse già ferito, si gettava deciso al contrassalto a bombe a mano. Ferito mortalmente immolava alla Patria la sua giovane esistenza. — Fronte russo (Jagodnij; quota 224,4, quota 187,1), 23-26 agosto 1942.
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Lamberto de Bernardi: Sottotenente (Bersaglieri, Assegnato al XVI battaglione d’assalto della 3a compagnia)

motivazione: volontario fin dall’inizio della guerra, già due volte ferito, caduti due suoi fratelli sul campo, volle tornare ancora in prima linea. Comandante di un plotone d’assalto, alla testa dei suoi arditi, affrontava per primo e respingeva il nemico che, forte di numero, tentava di forzare le nostre difese. Ferito, rifiutava ogni soccorso e continuava a guidare il proprio reparto in ostinati e ripetuti contrattacchi, finché colpito nuovamente a morte baciava il sacro suolo della Patria e spirava incitando ancora una volta con la parola e col gesto i suoi soldati che, esaltati dal fulgido esempio, coronavano l’azione con la vittoria. Gallio (Altipiano di Asiago), 10 novembre 1917
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Guglielmo Taralli: Tenente cpl., 3° rgt. bersaglieri.

motivazione: combattente di provato valore, nel corso di un colpo di mano contro munitissima posizione avversaria, palesava doti di temerarietà, anche quando, venuta a mancare la sorpresa, era costretto a fronteggiare la violentissima reazione del nemico soverchiante per numero e per armi. Lanciatosi primo fra tutti all’assalto, debellava in dure mischie i difensori, aprendosi un varco fino alle linee retrostanti. Contrattaccato, pur con i ranghi assottigliati dalle perdite, contendeva all’avversario, in furiosi corpo a corpo, il terreno ed il successo. Ferito e minacciato di avvolgimento, anziché arretrare, guidava all’attacco alla baionetta i superstiti e sgominava i contendenti. Giunto a pochi metri dalle mitragliatrici, colpito a morte, si abbatteva al grido di Savoia, incitamento supremo per i suoi bersaglieri, ultima sfida per il nemico. — Woroschilowa (Fronte russo)